Mostrare per esserci, il progetto di cartellonistica per rifondare sulla bellezza Salci

venerdì 17 novembre 2017
di Livia Di Schino

Mostrare per esserci, il progetto di cartellonistica per rifondare sulla bellezza Salci

Tutto ha avuto inizio con la presentazione del libro “Rifondata sulla bellezza“, quando le parole del giornalista Emilio Casalini sono state arricchite dall’emozione dei colori infuocati del suggestivo tramonto nella panoramica terrazza del Torrione, belvedere monteleonese. Era la seconda edizione del #Paf!! – Photo&Art Festival, esattamente il 2 settembre 2016, e proprio lui era l’ospite d’onore.

Idee, proposte e confronti con altre realtà che, alla presenza di un sensibile pubblico, hanno ribadito ai presenti come motore primo del nostro Paese, composto da singole e caratteristiche territorialità, la bellezza. Una bellezza che però dovrebbe essere prima di tutto riconosciuta e conosciuta, e poi custodita e apprezzata, per essere declinata, raccontata e trasmessa attraverso progetti da elaborare e condividere nella collettività, studiati e promossi dal basso, trovando la propria forza nella consapevolezza. In altre parole, identità diffusa.

E partendo da questo incontro, Walter Moretti (che in qualità di presidente del #Paf!! – Photo&Art Festival aveva moderato la serata con Casalini) assieme a Massimo Neri (che è stato uno degli ospiti della rubrica Enterprise – Un viaggio tra le stelle di www.orvietonews.it, nell’appuntamento dedicato alla storia di Salci) hanno progettato una cartellonistica per dare visibilità al pittoresco centro sito nel comune di Città della Pieve. Un progetto che sarà illustrato nell’annunciato incontro pubblico di sabato 18 novembre alle ore 10.30 a Città della Pieve, in occasione della presentazione del libro “Salci nel ricordo dei suoi abitanti“.

“E’ ormai da qualche mese che ci stiamo lavorando – anticipano Moretti e Neri – e la nostra idea è finalizzata a dare visibilità a un borgo che purtroppo vive solo di luce riflessa del passato”. Ai loro occhi appare come un esempio limite della progressione di un fenomeno studiato nelle Aree Interne, al quale è necessario porre rimedio o comunque arginare quando ancora possibile, facendo leva sulle peculiarità e punti di forza del territorio.

“A motivarci è stato il nostro amore per il territorio nel quale viviamo – hanno poi sottolineato -; il progetto che stiamo tentando di avviare si pone a compimento di studi e confronti con chi la storia di Salci l’ha vissuta in prima persona o attraverso gli occhi di un familiare. La prima fase prevede la raccolta di fondi per una cartellonistica informativa, in lingua italiana e inglese e che abbiamo arricchito con lo stemma del Ducato di Salci, che vorremmo collocare lungo le strade dalle quali si può raggiungere il piccolo borgo, come nel Fondovalle tra Fabro e Chiusi”.

A riguardo, il 18 novembre per dare concretezza all’idea saranno mostrati dei fotomontaggi ai presenti. “A seguire, sempre dopo aver chiesto i necessari permessi – hanno continuato – sarà la volta di arricchire Salci con ulteriori informazioni e magari in seguito organizzare in questi luoghi qualche iniziativa. Ci piacerebbe quindi collocare un espositore anche laddove si trovava il confine tra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana”. Contesti e paesaggi che non dovranno essere solo immaginati attraverso la ricostruzione storica dei racconti, ma che saranno concretamente fatti vedere grazie alla proiezione di un video. In linea con la filosofia di Moretti e Neri, del “mostrare per esserci”.

Foto di Walter Moretti e Massimo Neri