



Pirro Baglioni è con Andrea Troscia e altre 9 persone.
LA CHIESA DI SAN ROCCO A MONTECALVELLO (GROTTE SANTO STEFANO) ED I SUOI GRAFFITI DA BRIVIDO
Tra i tanti tesori nascosti della Tuscia c’è anche la chiesa di San Rocco a Montecalvello con i suoi graffiti. Che raccontano tante storie
Vi propongo un itinerario storico culturale ” da brivido” vi consiglio di andare a vedere una chiesetta in cui c’è un affresco che, come quello di San Lorenzo in Viterbo , potrebbe essere di Piermatteo d’Amelia. Si tratta di andare a vedere uno dei tanti gioielli conservati e custoditi da questa terra di Tuscia.
Partiamo dunque da Grotte Santo Stefano, direzione Montecalvello, percorrendo la strada che, già nell’antico tempo, conduceva verso il Tevere. Terra questa di castelli a difesa della zona. Ma anche terra di chiesette e piccole edicole. Come quella che stiamo andando a vedere. Una piccola chiesa di campagna costituita da due corpi: quello originario del ‘400 e quello che coincide con l’ingresso che risale al ‘600. Ancora oggi è molto chiaramente visibile la differenza tra le due parti della chiesa. Nella parte più vecchia della chiesetta è ancora presente un bellissimo, piccolo campanile a vela, con una campana che si intuisce antica (dall’ossidazione che si intravede al suo interno) e che riporta una scritta : “Maria Mater Gratiae A.D MDCCXLIIâ€
All’interno si resta immediatamente colpiti dalla serie di affreschi presenti nella parte posteriore e più antica della chiesa. A spiccare, per la sua bellezza e i suoi colori più vivi degli affreschi attorno, ecco il dipinto della Madonna della Melagrana, probabilmente dipinta da Piermatteo d’Amelia. (o comunque riconducibile alla sua scuola).Siamo nella parte quattrocentesca della chiesa, quella che originariamente era dunque una piccola edicola, dedicata a San Rocco, santo la cui leggenda è molto viva in questa terra. Anche perché, si dice, il santo abbia iniziato la sua attività di apostolato proprio in Tuscia, ad Acquapendente, dove aveva curato i malati di peste. La Madonna appare affiancata dalla raffigurazione dello stesso San Rocco e di San Sebastiano.
Nella piccola volta ecco una rappresentazione di Dio con i quattro evangelisti. Sui lati le raffigurazioni, ancora in parte visibili, di altri santi tra cui Venanzio, Rosa, Maria Maddalena. Come ci ricorda lo stesso Carosi, in questi dipinti è evidente come l’autore (chiunque sia stato) conoscesse molto bene l’iconografia e le virtù dei santi raffigurati, accomunati dal fatto di essere ausiliatori, invocati a difesa di qualche disgrazia.
Ma la cosa che lascia basiti, una delle cose più emozionanti di questa chiesetta è rappresentata dai graffiti ancora, in parte, leggibili. Si tratta delle “testimonianze†lasciate da viandanti ignoti e non ignoti (alcuni graffiti sono firmati, diciamo così) che hanno trovato rifugio in questa chiesetta. Emozionante vedere, dove ancora è possibile leggere, come alcuni di questi graffiti siano scritti con una grafia stupenda, chiara, ferma. E ancora più emozionante vedere come alcuni di essi siano firmati e si rifacciano a viandanti che arrivavano da lontano, tedeschi, olandesi, francesi…viandanti, pellegrini e “uomini d’armiâ€.
IL GRAFFITO DA BRIVIDO
IL Graffito da brivido è quello sul manto di Santa Caterina: nell’anno MD XVIII Martio Colonna, Pirro de Casstello de Piero (Pirro Baglioni),Ottaviano Spirito de Viterbo (Ottaviano Spiriti di Viterbo) furno a campo ad Monte Calvello ficcati per le grotti fino a le nocti. Et come fu nocte se diedero alla fuga , lassorno circa 15 morti de li loro.
A destra la firma sul graffito dei Vincitori: I Monaldeschi
I nomi del graffito appartengono a tre personaggi di spicco della vita politica e militare viterbese di quel tempo.ma è bene ricordare gli avvenimenti di quell’anno:
Scarsi erano stati i danni inferti a Viterbo dai Lanzichenecchi del Borbone in marcia verso Roma nel 1527, il merito di ciò andava ai fuoriusciti: Pirro Baglioni, Ottaviano Spiriti, Marzio Colonna,tutti di parte Gattesca e colonnelli dell’esercito Imperiale. Marzio era l’ultimo dei nipoti di Giovanni Gatti assassinato nel 1496, la figlia di questi , Atalanta aveva sposato nel 1500 Ottaviano Colonna, Pirro col fratello Giovan Carlo era signore di Castel Piero, Sipicciano ed Attigliano mentre Ottaviano Spiriti di Viterbo era il principale esponente della fazione Gattesca cittadina, lo stesso al contempo era cognato di Pirro Baglioni avendone sposato la sorella Battistina.
Dopo il sacco di Roma a cui avevano partecipato, abbandonarono Roma e con le loro truppe (circa 200 uomini) si impadronirono il 24 Agosto 1527 di Viterbo (che contava 40,000 abitanti) uccidendo parecchi esponenti della fazione Maganzese e occupandone la Rocca (Rocca Alboarnoz), uccidendo i Cavalieri di Malta rimasti a sua difesa, con questa occupazione i tre rimasero padroni assoluti della città fino alla fine del Marzo 1528, vivendo di scorrerie nei dintorni, tassando i viterbesi e depredando in Gennaio Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano e fu proprio in quest’occasione che i tre “furno a campo” contro i Monaldeschi di Monte Calvello, esponenti locali della fazione Maganzese (Orsini-Farnese-Tignosi) e se ” quindici de li loro caddero morti” è intuibile che il blitz per impossessarsi del castello di Monte Calvello non riuscì.
Il valore di Ottaviano Spiriti, figlio di Giovan Battista, famoso comandante di ventura non fu sufficiente a conquistare il munito castello, meglio andò a Pirro Baglioni “l’indomito Condottiero della Teverina” che con un colpo di balestra centrò in un occhio all’interno di una feritoia delle mura di circa 20 cm uccidendolo, Gian Antonio Monaldeschi capo dei Monaldeschi della fazione Maganzese a Monte Calvello.
CHI SCRISSE QUESTO GRAFFITO?
Sicuramente dalla scrittura elegante e raffinata, fu senz’altro un Notaio dei Monaldeschi, volendo esprimere la soddisfazione per la vittoria sul campo, incidendola nel luogo più frequentato dai viandanti a monito e ricordo, omettendo però per orgoglio la morte del proprio Comandante e Signore ad opera di un solo dardo scagliato da lunghissima distanza da Pirro Baglioni , una sorta di dardo del destino che passò in una feritoia non più larga di 20 cm, uccidendolo all’istante.
Se per Pirro Baglioni, ci sarebbe bisogno di un’enciclopedia a lui dedicata per raccontare tutte le sue gesta, per Ottaviano Spiriti Viterbese ricordiamo che:
1) combattè sempre al seguito di Carlo V
2) combattè nell’assedio di Firenze, assistendo o addirittura giocando la prima partita di calcio della storia che ancora oggi si gioca dal Rinascimento a Firenze in Piazza Santa Croce
3) Combattè a Tunisi nel 1536
Morì nel 1550 nel suo sontuoso Palazzo in Piazza San Lorenzo a Viterbo,palazzo davanti alla cattedrale, ricostruito nel 600 dai Conti Marsciano e lasciato incompiuto, dopo molte vicissitudini diventerà parte integrante dell’Università Pontificia di Chirurgia (sotto lo Stato Pontificio) eccellenza scientifica della chirurgia dei tempi antichi fino all’Unità d’Italia, continuò ad essere ospedale del capoluogo fino al trasferimento dello stesso a Belcolle e successivo abbandono.
ORA CHE SAPETE COSA CONTIENE QUESTA PICCOLA CHIESETTA A GROTTE SANTO STEFANO- MONTE CALVELLO, SE LA TROVATE APERTA, NON VI RESTA CHE VISITARLA ED OSSERVARE QUESTI GRAFFITI DA BRIVIDO.
SCRITTI SUBITO DOPO UNA BATTAGLIA FEROCE CHE “FISSANO NEL TEMPO” QUELLA GIORNATA DEL 1527.
LA CHIESETTA DI SAN ROCCO E’ UNO DEI VERI TESORI NASCOSTI DELLA TUSCIA CHE INSIEME AL CASTELLO DI MONTE CALVELLO ORMAI VERA E PROPRIA LOCATION CINEMATOGRAFICA (ILRacconto dei racconti, Luna Nera, etc..) MONDIALE, MERITANO UNA VISITA
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