Come cambia l’Umbria: crescono Perugia e Terni, si spopolano Valnerina e Orvietano

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In 15 anni 62 mila residenti in più ma dal 2012 trend invertito. Stranieri: arrivi in calo. Nell’ultimo anno 2 mila umbri emigrati all’estero

La variazione della popolazione nei comuni umbri 2003-2017

di Ivano Porfiri

L’Umbria cresce, ma in modo non uniforme. Si gonfiano le fasce di comuni intorno ai due capoluoghi e si spopolano le aree montuose. La crisi economica è andata accentuando il fenomeno e qualche sindaco, come quello di Piegaro, sta studiando misure per tamponare lo svuotamento delle abitazioni e delle classi scolastiche. La regione continua poi ad attrarre cittadini da altre regioni e anche stranieri, ma progressivamente di meno dall’inizio della crisi. E negli ultimi anni va crescendo il fenomeno di chi lascia per trasferirsi all’estero: duemila solo nel 2016. Lo rivelano i dati Istat, analizzati da Umbria24.

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La popolazione aumenta In quindici anni la popolazione in Umbria è aumentata di oltre 62 mila persone con una variazione del 7,6 per cento. Un aumento più marcato in provincia di Perugia non solo in termini assoluti (54 mila contro 8 mila) ma anche in percentuale con un +8,9 nel Perugino e un più risicato +3,8 nel Ternano. Ma ci sono territori della nostra regione che hanno visto crescere la popolazione e altri che hanno registrato un progressivo spopolamento.

Cresce hinterland di Perugia Guardando alla mappa creata con i dati demografici Istat relativi alle iscrizioni e cancellazioni in anagrafe tra il 2003 e il 2017, si nota come sia soprattutto la fascia intorno a Perugia a colorarsi di un verde più marcato. Se il capoluogo ha visto aumentare i suoi residenti dell’11,6 per cento, arrivando a 166.676 con 17.326 persone in più nell’arco di 15 anni, i comuni dell’hinterland hanno fatto registrare uno sviluppo ancora più marcato: Corciano è il comune che cresce di più in Umbria con un aumento che sfiora il 40 per cento: da 15.271 a 21.349 abitanti. Torgiano e Magione lo seguono con aumenti rispettivamente del 24,5 e del 20,6 per cento. Subito a ruota Deruta, Collazzone e Bastia Umbra, dove la popolazione è crescita di 3.373 persone. In termini percentuali anche Assisi e Foligno precedono Perugia, con un +11,9 e +11,7. In campo positivo pure Città di Castello che, con i suoi 1.849 abitanti in più, vede una crescita del 4,8 per cento. A variazione quasi zero, invece, altri due centri importanti come Gubbio: +0,9 con appena 288 iscritti in più all’anagrafe, e Spoleto con un risicato +0,3 e 117 nuovi cittadini.

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Terni col segno più Passando al Ternano, gli aumenti ci sono, ma meno marcati. Il capoluogo passa in 15 anni da 104.938 a 111.455 abitanti con un +6,21 per cento. E, come per Perugia, crescono di più alcuni comuni dell’hinterland come San Gemini (11,2 per cento) o Stroncone (+10,8). Ma il centro che percentualmente è aumentato maggiormente è Attigliano che sfiora il +17 per cento con 288 abitanti in più.

Si svuotano Valnerina e Orvietano Ma passiamo alle note dolenti. Se 58 comuni umbri su 92 hanno visto crescere la propria popolazione, per 34 il saldo è negativo. Il peggiore è il piccolo Poggiodomo, che ha perso 60 dei suoi 172 abitanti del 2003 arrivando ad appena 112. Addirittura cento abitanti in meno (-14 per cento) per Monteleone di Spoleto, simbolo di una Valentina che si spopola (fa eccezione Norcia, cresciuta del 2,23 per cento e 109 residenti in più in 15 anni). Dopo la Valnerina è l’Orvietano il territorio che ha perso di più residenti, Orvieto compresa con un -1,16 per cento. Colpisce anche il -2,55 per cento di Narni con 511 residenti in meno tra 2003 e 2017. In rosso anche il bilancio della fascia appenninica Eugubino-Gualdese e Altotiberina: -0,12 per cento Gualdo, -2,04 Nocera, -10,32 Pietralunga.

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Piegaro Particolare è il caso di Piegaro, comune che nei giorni scorsi ha avviato un interessante esperimento anti-spopolamento col Comune che paga parte dell’affitto a chi si trasferisce: in 15 anni ha perso sì, ma appena 12 residenti (-0,33 per cento).

Chi parte e chi arriva Le variazioni della popolazione sono la somma di nascite, morti e trasferimenti. Siamo andati a vedere quest’ultimo parametro, analizzando l’andamento di iscrizioni e cancellazioni dalle anagrafi dei comuni umbri tra il 1995 e il 2016. Emerge come il saldo di movimenti da altre regioni italiane sia sempre positivo fino al 2012 con il picco di arrivi nel 2000, quando quasi 8 mila persone si sono trasferite in Umbria a fronte di 4.800 emigrati. Nel 2013 per la prima volta le partenze superano, seppur di poco, gli arrivi. Trend che si è di nuovo invertito nel 2015 ma poi nel 2016 il conto di è chiuso in sostanziale pareggio: 6.149 arrivi e 6.148 partenze. Il dato è confermato anche dai movimenti da e verso altri comuni italiani, meno significativo perché comprende anche i movimenti tra comuni umbri, ma l’andamento è pressoché identico a quello regionale a indicare come i movimenti inter-umbri siano grossomodo costanti (nel 2016 16.149 arrivi e 16.148 partenze da cui si deduce come i movimenti interni siano stati esattamente diecimila).

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Stranieri e emigranti Interessante anche l’andamento da e verso l’estero. Qui il saldo è sempre positivo con picchi di arrivi nel 2003 e nel 2007. da notare come la curva coincida quasi esattamente con il dato degli stranieri, quindi i nuovi iscritti dall’estero sono quasi sempre stranieri. Coincidono meno, invece, il dato delle cancellazioni di residenti verso l’estero e quello degli stranieri che si trasferiscono all’estero. Anzi, anche se dal 2007 entrambe le curve sono in progressivo aumento, la forbice va allargandosi con la differenza più marcata nel 2016: dei 2.364 emigrati, solo 1.022 sono stranieri a indicare che gli altri duemila sono umbri che hanno deciso di fare la valigia.